«La sfida di Biasotti in salita, dovrà sudare le sette camicie»

Caro Lussana, condivido in pieno il suo editoriale a proposito del dovere di Sandro Biasotti di non presentarsi alle regionali del 2010 con una lista «arancione». Penso, peraltro, che il deputato genovese si guarderà bene dal voler proporre uno schema ormai oggettivamente usurato. Cercherà, invece, di inserire, anche legittimamente, suoi uomini di fiducia nel futuro listino, se ci sarà, e nella catena di comando della squadra che lo assisterà nella campagna elettorale.Nei prossimi mesi prevedo, senza auspicarlo, non mancheranno polemiche e scontri, anche aspri, su questi punti e non solo.Sappiamo tutti, fuor d’ipocrisia, come la precedente avventura biasottiana in regione abbia lasciato qualche strascico nei rapporti, ora migliorati, col ministro Scajola. È prevedibile che, prima ancora della sfida vera e propria con Burlando (se sarà lui, come credo, il candidato del Pd), nel centrodestra ligure si proverà a consigliare, imporre è un termine troppo brusco, all’ex presidente una gestione del team molto più collegiale di quanto non fu alle consultazioni del 2005. Le varie anime del Pdl reclameranno spazi, posti, poteri, com’è normale nella dialettica politica.Sarà interessante vedere se, dinanzi a queste naturali pressioni, Biasotti reagirà con moto d’orgoglio, serrando le fila su poche persone fidate nei ruoli davvero significativi, o allargherà invece la «stanza dei bottoni» a politici a lui meno vicini.

Fonte: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=283600

Rom e sinti in assemblea a Roma: Maroni ascolti noi e l’Ue

Un’assemblea per dire basta al razzismo, alla xenofobia, ma più integrazione culturale per rispetto dei principi costituzionali. Circa 200 rom e sinti provenienti da 19 città italiane si sono riuniti al Villaggio globale di Roma per partecipare alla prima riunione pubblica della ‘Federazione rom e sinti insiemè che rappresenta 22 associazioni di 12 regioni. Due grandi striscioni sono stati esposti con le scritte ‘Italiani dal 1300’, ‘Basta discriminazioni’ con accanto una bandiera tricolore per rivendicare «le radici italiane di comunità che vivono qui da generazioni». «Vogliamo partecipare attivamente alla decisioni che ci riguardano – ha detto il presidente della Federazione Nazareno Guarnieri – Quella delle impronte è solo una vigliaccata politica perchè il 90% dei rom e sinti che vivono in Italia sono già identificati. La restante minoranza sono dell’ex Jugoslavia e perciò non hanno documenti: per loro bisogna trovare una soluzione politica». Guarnieri ha poi affermato: «Vogliamo rappresentare la comunità rom e sinti proponendoci come interlocutori con il governo». Il presidente non ha risparmiato critiche verso l’Opera nomadi che «proprio oggi ha scritto una lettera dal sindaco Alemanno per prendere le distanze da questa assemblea, solo sono nemici della comunità rom». «Domani formuleremo una richiesta scritta al ministro Maroni e ai tre commissari per l’emergenza nomadi chiedendo un incontro.

Fonte: http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=77049